Lo scorso 9 gennaio , il p. Alberto Remondini SJ, presidente della Fondazione sant’Ignazio di Trento, ha presentato la nuova tappa del Progetto Apostolico, giunto alla prima fissazione per scritto dei quattro orientamenti e dei 9 criteri individuati, nel documento intitolato “Prima versione del Progetto Apostolico”. Ma non si è trattato solo di un momento di presentazione, è stata l’occasione di raccogliere stimoli e reazioni dai presidenti e coordinatori dei diversi Enti aderenti alla Fondazione. La serata ha visto una partecipazione molto viva e attenta, grazie alla presenza di circa 45 persone provenienti da 17 enti che hanno passato insieme 4 ore di ascolto, lavoro e condivisione.
Anche il Trentino, quindi, “gareggia in creatività e in libertà interiore”, per usare le parole del Provinciale, nel lungo processo che sta coinvolgendo le comunità, le opere, le reti; processo che ora ha anche una tabella di marcia molto concreta. L’elaborazione di tutti i contributi raccolti verrà presentata e discussa il prossimo 20 febbraio in un incontro che vedrà la partecipazione del p. Jean Paul Hernandez SJ, delegato del Provinciale per il progetto e la programmazione apostolica.
Dopo la presentazione di p. Alberto, che ha ripercorso la recente storia della Provincia Euro-Mediterranea e del progetto apostolico stesso, i commenti di alcuni dei presenti hanno messo in luce una relativa ‘confidenza’ rispetto agli orientamenti e i criteri proposti. Elementi che a Villa S. Ignazio trovano casa già da tempo, ma che così ripensati e riorganizzati hanno offerto l’occasione a ciascuno di rileggere il proprio percorso e monitorare il proprio operato.
È stata poi prevista una breve presentazione di due nuovi Enti aderenti alla Fondazione: la Cooperativa Forchetta e Rastrello di Trento e la Rete Pictor, che gestisce da ormai tre anni Villa S. Giuseppe a Bassano. Un segnale di vitalità della Fondazione capace di attrarre nella sua visione enti diversi che sentono nella sua ispirazione elementi utili per crescere e fondare il proprio servizio. La loro presentazione è stata occasione per ripensare al senso dell’appartenenza a una realtà che ha come obiettivo principale quello di mantenere viva l’ispirazione e accompagnare ogni ente alla realizzazione delle proprie potenzialità.
La successiva cena è stata l’occasione per uno scambio libero, l’aggiornamento informale, il riallacciare conoscenze passate e l’allacciarne di nuove. Mentre l’ultima fase della serata è stata quella che ha sollecitato una maggiore attivazione da parte dei presenti, ai quali è stato chiesto di situarsi tra orientamenti e criteri proposti come su una sorta di mappa. Di esprimere le zone di maggiore agio e disagio, gli aspetti conquistati e quelli da conquistare, quanto attrae, quanto respinge, quanto lascia indifferenti, “quanto non ci riguarda”.
Dopo circa 40 minuti di lavoro intenso – come testimoniato dalle espressioni concentrate, preoccupate, divertite dei partecipanti raggruppati secondo le realtà di appartenenza – è seguito un ultimo scambio che ha permesso di iniziare la “mappatura”, lavoro che verrà portato ulteriormente avanti nelle prossime settimane, in vista dell’incontro con p. Jean Paul Hernandez SJ.
Tale occasione è stata proficua non solo per la Fondazione, che ha potuto raccogliere così una serie di elementi importanti di lettura, ma anche per i singoli Enti che hanno avuto occasione di mettere a fuoco alcuni aspetti importanti per la propria organizzazione:
“Le domande relative all’ottavo criterio, lo ‘Stile di Comunicazione’, ci ha fatto riflettere sul fatto che non ne abbiamo mai parlato in CdA…”, ha scoperto e detto qualcuno, “lo faremo alla prossima occasione!”.
“Ci siamo accorti che quello che rappresenta l’orientamento fondante la nostra organizzazione”, ha detto qualcun altro, “è quello su cui siamo più in crisi!”
16 Gennaio 2018